Gli attacchi di panico sono un’esperienza terrorizzante che si manifesta in un ambiente o in una situazione, non caratterizzati da un effettivo pericolo imminente e neppure dal riattivarsi di un ricordo di un’esperienza traumatica.
I sintomi includono:
– aumento della frequenza cardiaca
– difficoltà respiratorie
– terrore paralizzante
– vampate di calore
– paura di morire
In una prospettiva junghiana, il panico non è che uno dei modi con cui si manifesta l’angoscia, ossia, l’ansia, la paura, la mancanza di risposte, la perdita di contatto e dunque la perdita di senso.
Hillman ci ricorda che la parola “panico” trova la sua accezione nel dio della natura del pantheon greco, Pan, il satiro zufolaio, che secondo la mitologia ellenica era responsabile della paura, del panico, della masturbazione, dello stupro, degli attacchi epilettici.
Pan si impossessa di noi durante quelle esperienze estremamente perturbanti di perdita del senso cosciente di sé e quando irrompe nel campo psichico lo fa con forza inusitata, battendo lo zoccolo con veemenza al ritmo effrenato del suo flauto. Il richiamo di Pan è totalizzante perché è il richiamo della Natura, dell’essere umano nella sua accezione più biologica.
Pan ci ricorda che non possiamo controllare e dominare le cose e la vita e ci offre con la sua visita una strada per ritrovare la nostra totalità
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